Il Pil è sceso dello 0,2% congiunturale, nel terzo trimestre 2011, ed è salito dello 0,2% tendenziale (cioè rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso). La crescita acquisita 2011 - comunica Istat - è dello 0,5%, cioè il risultato che si otterrebbe se nel quarto trimestre la variazione congiunturale fosse nulla. Il calo congiunturale, in linea con le aspettative degli analisti, è il primo dal quarto trimestre 2009, quando il Pil accusò una flessione dello 0,1%.
In diminuzione quasi tutte le componenti del Pil
Le componenti del Pil, espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2005, corretto per gli effetti di calendario (il terzo trimestre 2011 ha avuto due giornate lavorative in più rispetto al trimestre precedente e una in meno del terzo trimestre 2010) e destagionalizzato, risultano per lo più in diminuzione: l'import segna -1,1% congiunturale e -0,9% tendenziale; all'interno dei consumi, la spesa delle famiglie residenti -0,2% congiunturale e +0,1% annuo, quella della P.A. e Istituzioni sociali private -0,6% in entrambi in confronti; gli investimenti fissi lordi -0,8% e -2% (mezzi di trasporto -4,9% e -9,6%, costruzioni -1,2% e -3,2%). Le esportazioni sono invece salite dell'1,6%.
I contributi all'andamento del Pil: -0,4 punti percentuali dalla domanda nazionale (consumi -0,2, come gli investimenti); domanda estera +0,8 punti, variazione scorte -0,5. Andamenti congiunturali negativi si rilevano per il valore aggiunto dell'agricoltura (-0,9%) e dell'industria (-0,1%) e delle altre attività dei servizi (-0,3%). Il valore aggiunto del settore del credito, assicurazioni, attività immobiliari e servizi professionali è cresciuto dello 0,2%, mentre il valore aggiunto degli altri settori è rimasto stazionario. In termini tendenziali, il valore aggiunto dell'industria in senso stretto è cresciuto dell'1,3%, quello dei servizi dello 0,2%. Quelli dell'agricoltura e delle costruzioni sono diminuiti, rispettivamente, dello 0,1% e dell'1,7%.
L'Istat, inoltre, ha rivisto al ribasso i dati sul prodotto interno lordo nei primi due trimestri del 2011. La crescita tendenziale, cioè rispetto al trimestre corrispondente del 2010, del primo trimestre di quest'anno è stata rivista da +1% a +0,8%, mentre quella del secondo trimestre passa da +0,8% a +0,7%. Restano invece invariati i dati sulla crescita congiunturale, cioè rispetto al trimestre precedente: +0,1% nel primo trimestre 2011 e +0,3% nel secondo trimestre.
La reazione di Confesercenti
«Pil al ribasso e Natale 'freddo': due segnali allarmanti per una nuova fase recessiva nel 2012». E' il commento della Confesercenti ai dati Istat sul Pil nel terzo trimestre. «Un export ancora vivace non basterà certo a tenere a galla l'economia italiana - sottolinea - occorre ora ristabilire un clima di fiducia nella crescita e rianimare i consumi troppo penalizzati dalle scelte dell'ultimo periodo, con una valanga di tasse ma soprattutto con poco coraggio nel tagliare la spesa». L'anno prossimo la previsione di Confesercenti-Ref parla di un Pil a -0,4%. «Un dato - aggiunge - che, se non ci dovesse essere una vera inversione di marcia, rischia di diventare ottimistico».
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