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Imposta di scopo

Oltre all’IMU, i contribuenti potrebbero essere colpiti da una nuova imposta di scopo legata agli immobili: l’IMU BIS, tassa sul mattone volta a finanziare le opere pubbliche comunali. Vecchia misura istituita dal Governo Prodi con la Finanziaria 2007 per fornire liquidità ai Comuni a parziale copertura delle opere pubbliche, fino ad oggi era stata utilizzata solo da una ventina di essi. Finita nel decreto sul Federalismo fiscale del 2011, è tornata ora in auge, sollevando forti preoccupazioni soprattutto nei contribuenti che già pagano il conto salato dell’IMU sugli immobili produttivi, ossia le aziende e i professionisti. Alcune modifiche apportate al decreto Semplifica-Italia potrebbero infatti renderla ancora più appetibile e applicabile da parte di tutti i Comuni. Rispetto alla norma originaria, di fatto, sarebbe ora possibile un’applicazione decennale, anziché di cinque anni come previsto in origine dalla Finanziaria 2007. E in più, si potrebbe utilizzare per finanziare il 100% delle opere anziché il 30% come prevedeva il testo originale. In questo modo, i Comuni sono incentivati ad applicarla per finanziare l’intera realizzazione di opere ed eventi, anche senza disporre di una base economica per portarli a compimento. Gli immobili, continuano dunque ad essere pozzi senza fondo per la finanza pubblica: con l’IMU BIS sarebbero finanziabili anche spazi per eventi, monumenti e palazzi comunali, musei e giardini. Una occasione ghiotta che rischia di diventare l’ennesima spada di Damocle dei contribuenti in questi primi mesi del 2012.

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