Acquistare un elettrodomestico o un telefonino che poi si rivela mal funzionante non è una cosa che avviene tanto di rado. Niente panico. C’è la garanzia, prevista dalla legge, a tutelarci. Peccato che a volte alcuni negozianti scorretti ce la mettano davvero tutta per confonderci e farci perdere la strada, dicendoci che avremmo dovuto conservare la scatola, o che dovremmo rivolgerci al centro di assistenza tecnico della casa produttrice. Ma noi dobbiamo essere pronti a rispondere a tono facendo valere i nostri diritti. Ecco come.
Non tutti sanno che chi vende un prodotto di consumo è obbligato per legge a fornire, a sue spese, una garanzia di due anni. Infatti, se il bene acquistato ha qualche difetto, il consumatore può pretendere la riparazione, la sostituzione o eventualmente la riduzione del prezzo. Quindi, bisogna innanzitutto tenere presente che, per legge, chi è tenuto a fornire la garanzia è il venditore e non il produttore. Il motivo per cui non tutti hanno ben chiara questa cosa è che fino al 2002 la sola garanzia che concretamente tutelava il cliente era quella fornita dal produttore, mentre il venditore poteva essere coinvolto solo per gravi difetti del prodotto. Oggi non è più così: le posizioni si sono invertite e a noi consumatori conviene di più ricorrere alla garanzia del negoziante. La garanzia in questione si chiama “Garanzia europea di conformità sul prodotto” o garanzia legale. Diversa è la garanzia commerciale del produttore: questa viene fornita a discrezione del produttore stesso e si aggiunge, ma non si sostituisce alla garanzia legale che ci spetta di diritto.
Dunque: se il negoziante dice che dobbiamo rivolgerci al centro di assistenza tecnico del produttore, ricordiamoci, come detto, che entro 2 anni dal momento dell’acquisto, il venditore è obbligato per legge a fornire la garanzia; se invece il negoziante sostiene che, avendo attivato anche la garanzia del produttore, dobbiamo rivolgerci a lui, diciamogli senza timore che si sbaglia, perché la garanzia commerciale del produttore si aggiunge, ma non si sostituisce, a quella prevista dalla legge da parte del negoziante; e non dice la verità neanche quel negoziante secondo cui, senza la scatola in cui era confezionato il prodotto, lui non può fare nulla per aiutarci: c’è da sapere, infatti, che non è obbligatorio conservare la scatola; essa costituisce solo una possibilità in più per il venditore per farsi sostituire il bene dal produttore, dimostrando che il prodotto era non funzionante appena tolto dalla confezione. Sicuramente è meglio tenerla per qualche giorno, magari per accelerare le operazioni del negoziante, ma il non averla non ci penalizza in alcun modo.
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