Nel corso della conferenza stampa di ieri a villa Madama con la cancelliera Angela Merkel, il premier Mario Monti ha ribadito che l'intervento sulla spesa non è rappresentato da "tagli lineari ma da una riduzione della spesa dopo un'analisi precisa".
Si va dalla "dieta" imposta dal commissario Enrico Bondi agli acquisti di beni e servizi al contenimento dei costi degli affitti pubblici, dalla riduzione degli organici nelle Pa ai tagli da 7,2 miliardi in due anni per Regioni ed enti locali. A cui potrebbe aggiungersi una sforbiciata di importo simile per le uscite dei ministeri. E a chi gli contestava l'intenzione di ridurre la spesa pubblica con una disoccupazione giovanile al 36%, Monti ha replicato: non sono affatto convinto «che riducendo la spesa pubblica improduttiva si riducano le possibilità di occupazione dei giovani. Al contrario, riducendo il peso del settore pubblico nei mercati, compresi quelli finanziari, creiamo più possibilità di impiego produttivo e di impiego per i giovani». In precedenza Monti era salito al Quirinale, insieme ad altri ministri, per illustrare i contenuti del Dl al capo dello Stato.
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