Nell’ultimo anno sono più di 50mila i pannelli solari che sono stati buttati via. Un volume che, nei prossimi anni, è destinato a crescere, perché, oggi, in Italia, per ogni abitante è in funzione un modulo fotovoltaico. A proporre una soluzione tutta italiana per i pannelli in disuso è Ecolight, consorzio nazionale per la gestione dei rifiuti elettrici ed elettronici (Raee) che ha presentato il primo sistema integrato per la raccolta e lo smaltimento dei pannelli solari.
Ecolight ha lanciato il suo sistema integrato con la collaborazione di Se.Val Divisione Ecologia e di CSR Centro Servizi Raee, società specializzate nello smaltimento e nella logistica dei rifiuti elettronici, esperienza maturata nella gestione dei Raee. In particolare, verrà garantito il ritiro dei pannelli solari rotti e vecchi in tutto il territorio nazionale e il loro corretto trattamento con il recupero e il riciclaggio delle materie prime seconde contenute nei pannelli solari e lo smaltimento delle sostanze non riutilizzabili. Il consorzio Ecolight ha già sottoscritto accordi per lo smaltimento dei moduli fotovoltaici con importanti associazioni di produttori di pannelli solari.
Il fotovoltaico in Italia ha registrato un vero e proprio boom. A oggi sono più di 288mila gli impianti installati per una potenza complessiva di quasi 11.100 MW. Ed è possibile stimare che ci sia quasi un pennello solare installato per ogni abitante. La crescita dal 2005, anno in cui è stato lanciato il primo Conto Energia, è stata esponenziale sia in termini di impianti sia in termini di potenza. Secondo i dati del Gestore Servizi Energetici, si è passati dai 1.402 impianti entrati in esercizio nel 2006 agli 84.570 del 2010; così anche per la potenza che è passata da 9.436 kW del 2006 agli oltre 2milioni e 300mila kW dell’anno scorso. Soltanto durante il 2010 il fotovoltaico italiano è cresciuto del 215 per cento in termini di numerosità degli impianti e del 324 per cento in termini di potenza installata (2,4 GW).
”Si tratta del primo servizio svolto interamente sul territorio italiano – annuncia il direttore di Ecolight, Giancarlo Dezio – che anticipa, di fatto, le prescrizioni normative contenute nel decreto del 5 maggio 2011. La maggior parte dei pannelli solari non più funzionanti è interamente recuperabile. Opportunamente trattati, infatti, è possibile ottenere silicio, vetro, alluminio e plastica: tutte materie prime seconde, che possono essere reimmesse nei cicli produttivi facendo risparmiare energia e contribuendo a salvaguardare l’ambiente. Calcolando che i moduli hanno una vita media stimata in 20-25 anni e che la diffusione in Italia ha preso corpo negli anni Novanta, stiamo registrando una crescita esponenziale nella generazione di questi rifiuti che, pur non essendo pericolosi, tranne quelli che contengono telloruro di cadmio, richiedono un trattamento particolare affinché sia possibile ottenere materie prime seconde”.
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