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Controlli ai Circoli privati

I circoli gestiti da associazioni o enti, all’interno dei quali viene svolta l’attività di bar ad uso esclusivo dei soci, saranno soggetti all’attività di vigilanza degli agenti di pubblica sicurezza e non solo della polizia comunale. I circoli culturali, sportivi, ricreativi, qualora intendano somministrare bevande alcoliche, devono preventivamente inviare una comunicazione alla Questura dichiarando l’attività che vanno ad offrire ai loro soci. Verrà creato un archivio provinciale delle strutture private che saranno sottoposte alla stessa vigilanza effettuata presso gli esercizi aperti al pubblico. Spesso in questi ultimi anni si è visto il proliferare di circoli fittizi, con il solo scopo di evadere ed eludere gli adempimenti amministrativi (igienici, ambientali, sanitari, ecc.) nonché fiscali. E’ il DPR 235/01 che regolamenta le procedure per aprire i circoli privati con somministrazione di alimenti e bevande per i soci. Tale decreto, allo scopo di arginare il fenomeno della concorrenza sleale, fa esplicito riferimento alla definizione di ente non commerciale contenuta negli artt. 148 e 149 del Tuir. Recentemente il DL 185/08 ha istituito il modello Eas per attuare un maggior controllo, ma i risultati ottenuti sono stati modesti; per cui è maturata la convinzione che per ridurre l'evasione non servissero nuovi adempimenti formali, ma un rafforzamento dei controlli. Anche da un punto di vista fiscale lo scopo perseguito dall’Amministrazione finanziaria è il medesimo: l'articolo 8 della legge 44/12 ha recentemente attribuito agli uffici Iva il potere di accesso anche nei locali utilizzati dagli enti non commerciali.  La legge 131/12, una volta introdotto l’obbligo della preventiva comunicazione alla Questura, non specifica quali siano gli effetti di un eventuale inadempimento, ma la sanzione applicabile dovrebbe variare da 516 a 3.098 euro, ai sensi dell'art. 17-bis del RD 773/31, in quanto la nuova norma sui circoli è stata inclusa nell'articolo 86 di tale decreto. I circoli, fiscalmente classificati come enti non commerciali, in cui si somministrano alcolici ai soci, sono soggetti alle procedure del DPR 235/01, che suddivide i circoli in due categorie: quelli che aderiscono ad organismi nazionali con finalità assistenziali e quelli che non vi aderiscono. Mentre i primi avviano l'attività di somministrazione con la presentazione della Scia al Comune, i secondi devono fare una specifica richiesta al Comune per l'autorizzazione. Se l'attività di somministrazione del circolo è però affidata in gestione a un soggetto terzo questi deve avere gli stessi requisiti professionali e morali richiesti ai gestori di locali pubblici. Vista la competenza regionale in materia di somministrazione, è necessario verificare che le Regioni non abbiano modificato le regole del DPR 235/01, spesso al fine di semplificarle.

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