Allarme rientrato per i disoccupati. Infatti, quest’ultimi saranno esentati, come avviene attualmente, dal pagamento dei ticket sanitari. A comunicarlo è stata una nota del Ministero del Lavoro, nella quale si precisa che: “è stato solo un errore refuso, l’esenzione sarà ripristinata nel D.d.l. di riforma del mercato del lavoro tramite emendamento del Governo”.
Il problema trae origine dall’art. 64, c. 1 della riforma del mercato del lavoro, in cui si prevede lo stop all’esenzione del ticket sanitario e altre prestazioni specialistiche per i disoccupati ed i loro familiari a carico, appartenenti a un nucleo familiare con un reddito complessivo inferiore a € 8.263,31 (incrementato fino a € 11.362,05 in presenza del coniuge e di ulteriori € 516,46 per ogni figlio a carico). La partecipazione alla spesa sanitaria alla quale fa riferimento il testo del D.d.l. riguarda il pagamento per l’acquisito dei farmaci essenziali, dei farmaci per malattie croniche e dei farmaci di rilevante interesse terapeutico, nonché del pagamento delle prestazioni di diagnostica strumentale e di laboratorio e delle altre prestazioni specialistiche (comprese le prestazioni di fisiokinesiterapia e le cure termali). Non rientrano invece nei tagli l’esenzione del ticket per i medicinali in quanto sono eventualmente introdotti e disciplinati dalle singole regioni. Si tratterebbe, dunque, di una copertura prevista, come si legge dalla relazione illustrativa al D.d.l., per controbilanciare l’estensione dei beneficiari dei trattamenti di sostegno al reddito, cioè l’AspI.
La notizia è stata rilevata proprio quando il ministro del Welfare , Elsa Fornero, era alla Camera per rispondere a un’interpellante sugli esodati. E’ subito scoppiato un bombardamento di critiche. A tirare il calcio d’inizio è stata la Cgil che l’aveva definita “un’accettabile quanto incomprensibile ingiustizia” fino ad arrivare al Pd: “presenteremo un emendamento soppressivo al testo del Governo e confidiamo che vi sia ampio consenso in Commissione e parere favorevole del Governo”.
Il refuso - A placare gli animi è dovuto intervenire direttamente il ministro del Lavoro che ha corretto la disposizione con un nota: si parla di un “refuso” e assicura che “ci sarà” una proposta emendativa da presentare durante l’iter parlamentare del D.d.l. di riforma del mercato del lavoro” per eliminare l’errore. Tirano un sospiro di sollievo in molti. Il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, ha esclamato: “Meno male che è un refuso, diversamente sarebbe stato un caso maniacale”.
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