Gli italiani riscoprono il credito su pegno, pratica nata in Italia nel 1400. Si consegna presso uno sportello abilitato un oggetto di valore in cambio di denaro, con la possibilità di riscattarlo dietro pagamento della quota iniziale più gli interessi. Una possibilità alla quale non ricorrono più solo persone indigenti, ma anche imprenditori, commercianti e liberi professionisti alla ricerca di un più facile accesso al credito.
Un fenomeno in crescita con la crisi: secondo i dati della Banca popolare commercio e industria
Un perito, preposto dalla banca, procede a effettuare una stima dell’oggetto sulla cui base viene erogato il prestito che in Unicredit ammonta all’80% del valore stimato per i beni preziosi e al 50% per i beni non preziosi.
Mentre in Banca popolare l’importo concesso non può eccedere i quattro quinti del valore di stima dell’oggetto. Una volta concesso il credito, viene rilasciata una polizza al portatore che permetterà al proprietario di riscattare successivamente il bene impegnato. Polizze che hanno in genere durata contrattuale trimestrale o semestrale e che alla loro naturale scadenza possono essere rinnovate.
Ad attirare i clienti è soprattutto la velocità con cui viene erogato il prestito. La stima viene effettuata immediatamente allo sportello e per ricevere i soldi è sufficiente presentare, oltre all’oggetto da impegnare, un documento d’identità e il codice fiscale.
Alla scadenza del prestito l’oggetto impegnato può essere riscattato, restituendo la somma ottenuta maggiorata degli interessi che, nel caso della Banca popolare commercio e industria sono del 6,5-7% semestrali, mentre Unicredit applica l’11,5%. Diversamente, il cliente può rinnovare il prestito per ulteriori sei mesi, pagando esclusivamente gli interessi dovuti per il periodo.
Il cliente è comunque libero di riscattare anticipatamente il pegno in questo caso dovrà corrispondere la somma ricevuta maggiorata degli interessi dovuti per il periodo e di una penale pari all’1% del prestito emesso. Mentre in Unicredit il riscatto è possibile in qualsiasi momento, con l’aggiunta degli interessi maturati.
Per gli oggetti senza riscatto c’è l’asta pubblica. In questi casi il sopravanzo d’asta, ottenuto sottraendo al ricavato le competenze della banca, credito erogato, interessi dovuti e diritti di asta viene consegnato al cliente.
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