Secondo l'Istat, nel nostro paese l’utilizzo del computer a scuola ha interessato solo quattro su dieci dei giovani con un'età compresa tra i 6 e i 17 anni. E se il pc non viene usato a casa è come se non venisse usato.
In un futuro non troppo lontano, il tablet arriverà sul banco. Il ministro dell'Istruzione Francesco Profumo ha auspicato una scuola “più moderna” che si avvicini al web 2.0. Una scuola che tenga i costi a zero per le famiglie e offra agli studenti il sapere e le informazioni attraverso gli strumenti più innovativi. Internet, libri digitali sul modello wiki e tablet.
Oggi il divario tra quello che è il mondo digitale e la scuola è però ancora molto ampio. Nonostante i tanti buoni esperimenti e casi di studio che vedono protagonisti molti istituti italiani, il ruolo della scuola all'interno del cerchio delle nuove tecnologie è ancora residuale. Secondo il Rapporto Annuale Istat, nel 2009 l’utilizzo del personal computer a scuola ha coinvolto solo quattro su dieci dei giovani con un'età compresa tra i 6 e i 17 anni.
La scuola, poi, quando si tratta delle nuove tecnologie quasi mai riesce a avvicinare chi da quelle tecnologie è rimasto distante. Se il pc non viene usato a casa, o altrove, sempre secondo l'Istat, è come se non venisse usato. La quota di chi utilizza il computer solo a scuola e non a casa è molto bassa: solo il 4 per cento dei ragazzi sotto i diciassette anni. La scuola, hanno scritto, “risulta incapace di alfabetizzare i ragazzi che non hanno avuto opportunità in famiglia o con gli amici”.
Importante sarebbe il ruolo delle istituzioni formative se si pensa a quanto ancora pesano le differenze sociali anche nell'ambito dell'hi-tech: il 18,6 per cento dei figli, con un'età tra 15 e 29 anni, che vivono in famiglie operaie non usa per nulla il personal computer mentre la proporzione diminuisce a solo al 4,8 per cento quando si tratta di figli che vivono in famiglie dove uno dei due genitori è dirigente.
Intanto, però, il mondo di fuori continua a correre e i prossimi saranno gli anni del tablet. La Corea del Sud ha annunciato che entro il 2015 tutti i suoi studenti utilizzeranno unicamente i lettori di libri digitali. La “tavoletta magica” sarà molto presto anche lo standard degli ambienti di lavoro. Entro il 2013, lo dice uno studio della banca d'affari Morgan Stanley, in due terzi delle società quotate in borsa negli Stati Uniti si lavorerà con il tablet in mano. Simili previsioni vengono elaborate anche da Gartner, Forrester Resarch e altri analisti.
Il sessanta per cento dei giovani che naviga sul Web, secondo una recente indagine realizzata Nextplora, sogna di possedere un tablet e la gran parte degli adolescenti, a quanto emerge dall'ultima indagine di Telefono Azzurro Eurispes, quando si devono informare usano per lo più la televisione o internet. La strada auspicata verso una maggiore integrazione tra scuola e mondo digitale sarà probabilmente lunga, ma necessaria e ineludibile se la scuola italiana vorrà provare a tenere, o a recuperare, il ritmo dei tempi.
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