Secondo un'indagine sul 2010, effettuata da Unioncamere e Ministero del Lavoro, le aziende per assumere preferiscono affidarsi alle conoscenze personali, magari maturate in precedenti periodi di lavoro. Tutto ciò a discapito degli innumerevoli curriculum vitae, dei centri per l'impiego e delle società interinali.
Oltre sei imprese su dieci per la selezione del personale hanno fatto ricorso al cosiddetto canale informale, «conoscenza diretta in primo luogo e segnalazioni personali», attraverso conoscenti o fornitori. Soprattutto, fa notare l'indagine, rispetto all'anno precedente l'utilizzo del canale informale ha registrato un forte aumento, passando al 61,1% dal 49,7% del 2009.
Il rapporto cerca anche di interpretare questa tendenza, per sottolinearne ogni causa e non dipingerne un quadro interamente negativo: «Il clima economico ancora incerto - si legge - spinge evidentemente le imprese alla massima cautela nella selezione di nuovi candidati. La conoscenza diretta, magari avvenuta nell'ambito di un precedente periodo di lavoro o di stage, e il rapporto di fiducia da essa scaturito diventano quindi premianti ai fini dell'assunzione».
Altra novità è il ricorso da parte delle aziende a strumenti interni, ovvero alle banche dati formate dalle stesse aziende sulla base dei curriculum raccolti nel tempo (al 24,6% dal 21,5%), anche se ciò riguarda appena il 20% delle imprese. Perdono invece terreno le modalità di reclutamento standard, come gli annunci su quotidiani e riviste specializzate, preferite solo nel 2,3% dei casi. Pochissime inoltre le aziende che utilizzano intermediatori istituzionali, come società di lavoro interinale, di selezione (5,7%) e quelle che si affidano ai centri per l'impiego (2,9%).
La meritocrazia rimane invece prerogativa delle aziende di grandi dimensioni. Secondo lo studio, quando superano i 50 dipendenti le aziende iniziano a fare più affidamento sulle loro banche dati interne, prendendo in considerazione e selezionando i curriculum. Di conseguenza, al crescere della dimensione d'impresa il rapporto diretto del candidato con il datore di lavoro perde la sua centralità. Nelle realtà con più di 500 dipendenti il ricorso al canale informale scende al 10,2%, mentre l'utilizzo di strumenti interni sale al 48,9%. I numeri sono più esplicativi di qualsiasi spiegazione.
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