Il picco della stagione influenzale 2011-2012 è a un passo: la curva epidemica ha segnato una ”brusca impennata” verso l’alto nella settimana dal 23 al 29 gennaio, registrando un repentino aumento dei casi in tutte le fasce d’età. Un balzo che colloca gli ultimi sette giorni al primo posto nella classifica della stagione influenzale 2011-2012, con 525.000 italiani costretti a letto, soprattutto bambini. Nella settimana precedente (16-22 gennaio) c’erano “solo” 387 mila cittadini vittime dell’influenza.
Il picco massimo dell'influenza arriva questa settimana. Complice il freddo intenso, l’influenza si è diffusa, esattamente in linea con le attese stagionali, secondo il monitoraggio dell’Istituto Superiore di Sanità, dove si può controllare il rischio influenza in tutto l’inverno.
”Siamo vicini al picco” ha dichiarato all’Ansa Gianni Rezza, direttore del dipartimento di malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità “che in genere si verifica nelle prime settimane di febbraio, per poi cominciare a scendere e si può dire che siamo in presenza di una stagione influenzale normale”.
Il monitoraggio del Centro nazionale di epidemiologia dell’Iss partito il 17 ottobre 2011 ha stimato che dall’inizio della stagione ci sono stati 2,2 milioni di casi di influenza. I più colpiti sono i bambini sotto i cinque anni, fascia d’età in cui l’incidenza della malattia è di 30,72 casi per mille, migliora tra i 5 e i 14 anni attestandosi a 17,9 e diminuisce ulterioriormente a 6,02 nella fascia 15-64 anni.
”I ceppi di influenza presenti quest’anno nel Paese sono, in prevalenza, l’AH3N3, isolato in Australia e già riscontrato l’anno scorso” aggiunge Rezza “in misura minore, il virus post pandemico H1N1 e, in misura ancor più limitata, il ceppo B”. Tutto nella norma ma ”una mutazione in corso d’opera non può ancora essere esclusa anche se per ora non è stata rilevata”.
Le raccomandazioni dell’Istituto di Sanità in caso di influenza suggeriscono di non adottare cure fai-da-te, rivolgersi al medico di famiglia in caso di difficoltà respiratorie, non prendere antibiotici e ricorrere al pronto soccorso solo per sintomi che facciano sospettare bronchiti o polmoniti in bambini piccoli, malati cronici non vaccinati e persone anziane.
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