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Redditest: calcolo coerenza

Dalle prime simulazioni effettuate con il redditest risulta che a parità di reddito la coerenza viene raggiunta o meno semplicemente spostando lo stesso importo di spese sostenute da una voce all’altra. Questo significa che alcuni indicatori hanno un peso molto più elevato rispetto ad altri. Come noto a partire da martedì 20 novembre tutti i contribuenti possono verificare la compatibilità tra reddito familiare e spese grazie al software da disponibile sul sito internet dell’Agenzia delle Entrate da scaricare direttamente sul proprio pc, senza lasciare alcuna traccia sul web. Secondo l’Agenzia delle Entrate, dalle prime prove era emerso che oltre 4,3 milioni (circa il 20%) delle dichiarazioni dei redditi risultassero non coerenti (fenomeno diffuso nelle aree del lavoro autonomo). Inoltre risultava che quasi un milione di famiglie dichiarasse redditi pressoché nulli, “molti vicini allo zero”. Dalle simulazioni effettuate risultano però esiti molto variabili. In particolare ci sono degli indicatori che hanno un peso più elevato rispetto ad altri. Basta infatti spostare l'importo delle spese sostenute in aggiunta ai beni posseduti, da una voce all'altra, per rendersi immediatamente conto come solo in alcuni casi il responso cambi segno. Da tali esami sembra di intuire che l’incongruenza scatti solo per le posizioni con maggior scostamento fra tenore di vita e redditi complessivi dichiarati, a volte però nonostante lo scostamento necessario risulti elevato l’incongruenza scatta spesso con i redditi bassi che, evidentemente, scontano una minor capacità di spesa a fronte però di costi di vita basilari difficilmente comprimibili. Va anche ricordato che, per ora, il software non restituisce un risultato numerico preciso, ma solo il responso sintetico (in)congruenza; in tal senso difetta ancora una piena trasparenza dello strumento. Infatti, è innegabile che scatti la curiosità di verificare quale peso venga assegnato ai beni in relazione ai quali il vecchio redditometro forniva dei risultati poco comprensibili. Il risultato fornito dal sistema è perciò solo un indice su cui il contribuente può “meditare” per individuare il rischio futuro di eventuali accertamenti. La brevità dei risultati, però, corrisponde a un sistema di conversione delle spese in reddito che ora costituisce la base del redditest e che domani costituirà la base del redditometro. Sarebbe quindi fondamentale capire il funzionamento di tale software e in particolare sapere come le varie spese incidono sul calcolo dell’esito finale.

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