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Riforma del lavoro: emendamenti aprrovati

Alcuni degli emendamenti presentati a modifica del disegno di legge sulla riforma del lavoro sono stati approvati mercoledì in seguito al vaglio della Commissione Lavoro del Senato. In sintesi, le novità aggiunte al testo redatto e presentato in Parlamento dal governo tramite il ministro Elsa Fornero riguardano il salario base per i co.co.pro, il nuovo parametro finalizzato a individuare le partite IVA fittizie che mascherano un rapporto di lavoro subordinato e le modifiche alla tanto discussa questione sull’articolo 18. Mentre l’iter del disegno di legge prosegue la sua strada parlamentare. Come si è visto nei giorni scorsi, le altre novità si riferiscono al job on call, ossia al lavoro a chiamata. Questa modalità di reclutamento avrà la possibilità di attuarsi non solo tramite la classica telefonata, ma anche per mezzo di sms, per fax o tramite posta elettronica. La discussa diatriba sul licenziamento, regolata finora dall’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, è stata modificata. A ben vedere, a cadere vittima della mannaia è stata la possibilità di avviare il reintegro per i lavoratori il cui licenziamento è stato giustificato da motivazioni disciplinari. Un enorme passo avanti è stato compiuto sul versante del lavoro precario. Infatti, la Commissione Lavoro del Senato ha approvato l’emendamento che vede l’introduzione di un salario base per i lavoratori precari. Tale quota minima di retribuzione verrà calcolata dalla media tra il salario minimo dei lavoratori autonomi e dei lavoratori dipendenti. Le modifiche finora apportate alla riforma del lavoro riguardano altresì i parametri finalizzati a individuare l’uso di false partite IVA, richieste dai datori di lavoro ai propri “collaboratori” con l’intento di mascherare un rapporto di lavoro subordinato, facendolo passare per collaborazione autonoma. In definitiva, per l’identificazione delle partite IVA fittizie bisognerà escludere quelle che presentano una dichiarazione superiore ai 18.000 euro lordi l'anno.

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