Il Ministero dell’Economia e delle Finanze a messo a disposizione circa 2,2 miliardi di euro per pagare i rimborsi di crediti Iva. In particolare, 400 milioni di euro saranno erogati già nei prossimi giorni, mentre 1,8 miliardi verranno pagati a partire dalla seconda metà del mese di maggio. Con questa nuova iniezione di liquidità, la somma complessiva rimborsata nel 2012 a imprese, artigiani e professionisti arriverà a ben 3,1 miliardi di euro, a fronte dei 2,7 miliardi erogati nello stesso periodo del 2011, con un incremento di circa il 14%.
Con tale stanziamento il Fisco recupera il terreno perso tra gennaio e marzo scorsi, quando si era registrato un calo dei rimborsi del 51,7% rispetto ai primi 3 mesi del 2011 e un flusso in discesa da 1,8 miliardi a 891 milioni. Da tempo, in realtà, i pagamenti avvengono con il contagocce e i soldi tornano sempre meno dallo Stato alle imprese che anticipano. Basti pensare che ben 5 miliardi di rimborsi Iva del 2010 non sono ancora stati saldati e che nel 2011, secondo i numeri ufficiali rilasciati dal governo, i rimborsi in conto fiscale hanno fatto registrare un valore di 5,8 miliardi segnando un calo del 17,5% rispetto all’anno precedente e del 28% rispetto al 2009.
La realtà è che, a differenza di quanto previsto dalle norme, le aziende impiegano almeno un anno per vedersi riconoscere i rimborsi e altri sei mesi per ricevere il pagamento nonostante il meccanismo sia semplice: basta compilare l’apposito modulo nella relativa sezione del sito delle Agenzie delle Entrate. Il problema è che, di fatto, l'erogazione dei rimborsi non dipende non soltanto dalla tempestività dell'Agenzia delle Entrate nell'esaminare la pratica (e, ovviamente, dall'assenza di cause ostative), ma anche e soprattutto dalla disponibilità dei fondi necessari. Anche i crediti Iva, da questo punto di vista, non si differenziano dai crediti in genere (anche commerciali) vantati dalle imprese e dai cittadini nei confronti delle pubbliche amministrazioni.
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